Per capire l'ignoto, dobbiamo partire dal noto. Nel nostro quotidiano, siamo abituati a quattro dimensioni fondamentali:
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Lunghezza (una linea).
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Larghezza (un quadrato).
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Profondità (un cubo).
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Tempo (la durata e il movimento del cubo nello spazio).
Per un essere che vive su un foglio di carta bidimensionale (immaginate un disegno animato), la "profondità" è un concetto inconcepibile. Se una sfera attraversasse il suo foglio, l'essere 2D vedrebbe solo un cerchio che si allarga e si restringe, apparendo e scomparendo dal nulla.
Noi siamo come quell'essere 2D. Se un oggetto o un'entità proveniente da una 5ª o 6ª dimensione attraversasse la nostra realtà, ci apparirebbe come un fenomeno inspiegabile, un miracolo o un'anomalia fisica, perché i nostri sensi non sono "cablati" per percepire la totalità della sua forma.
Per comprendere appieno perché un'entità o un oggetto proveniente da una dimensione superiore ci apparirebbe come un "miracolo" o un'anomalia inspiegabile, dobbiamo immergerci in una delle analogie più brillanti della storia della scienza: il concetto di "Flatlandia" (dal romanzo di Edwin Abbott del 1884).
Immagina un universo bidimensionale, piatto come un foglio di carta infinito. Gli abitanti sono figure geometriche: triangoli, quadrati, cerchi. Per loro esistono solo avanti/indietro e destra/sinistra. Il concetto di "su/giù" (l'altezza) non è solo impossibile per loro: è inconcepibile.
1. L'Incontro Impossibile
Se tu, un essere umano tridimensionale, decidessi di interagire con un abitante di Flatlandia, cosa accadrebbe?
Non potresti "entrare" nel loro mondo con tutto il tuo corpo. Se provassi a toccare il foglio con un dito, l'abitante 2D non vedrebbe un dito. Vedrebbe apparire dal nulla, improvvisamente, un piccolo cerchio di pelle (la sezione del tuo polpastrello a contatto con il piano).
Se spingessi il dito più a fondo, il cerchio si allargherebbe. Se lo ritraessi, il cerchio si rimpicciolirebbe fino a svanire nel nulla.
Per l'abitante 2D, tu saresti un fenomeno paranormale: un oggetto che cambia forma, appare e scompare senza rispettare le leggi della fisica del suo mondo.
2. Noi siamo i "Flatlanders" della 3ª Dimensione
Ora, applichiamo questa logica a noi. Viviamo in tre dimensioni spaziali. Se un oggetto della 5ª dimensione (un iper-oggetto) attraversasse la nostra realtà (il nostro "foglio" 3D), noi non vedremmo la sua vera forma complessa.
Vedremmo solo una "sezione tridimensionale" di esso.
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Potremmo vedere una sfera di luce apparire in una stanza chiusa a chiave.
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Potremmo vederla cambiare forma, dividersi o svanire istantaneamente (proprio come il dito che si alza dal foglio).
Noi chiamiamo questi eventi "UFO", "fantasmi", "fenomeni quantistici anomali" o "miracoli", semplicemente perché il nostro cervello non possiede l'hardware neurologico per processare la geometria di ciò che sta realmente accadendo.
3. La Tecnologia della "Fetta"
Un'altra metafora utile è quella della TAC medica. Una scansione TAC prende un corpo umano (3D) e lo fotografa in tante "fette" bidimensionali. Se guardi solo una singola fetta, vedi forme strane e astratte che non assomigliano a un essere umano. Solo mettendo insieme tutte le fette ricostruisci l'intero.
Attualmente, noi percepiamo il passaggio del tempo come una serie di "fette" consecutive di una realtà superiore. Quello che i mistici e alcuni fisici teorici suggeriscono è che, se potessimo sollevare il velo, vedremmo l'intero "corpo" della realtà tutto in una volta, superando l'illusione che gli eventi siano separati o inspiegabili.
In sintesi: Quando definiamo qualcosa "impossibile", stiamo solo ammettendo il limite della nostra "scatola" dimensionale, non il limite della realtà stessa.
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